Ikeya-Zhang? Molti di voi leggendo il nome della cometa avranno fatto
un salto sulla sedia!
In questi ultimi anni infatti ci si è sempre più abituati ad acronimi come LINEAR, NEAT, LONEOS,
ecc, ma non più a nomi, togliendo alla scoperta di questi astri chiomati quel fattore umano che li ha
accompagnati per secoli.
Fortunatamente, a dispetto di questi sistemi automatizzati ed ultra sofisticati,
la scoperta della più bella e luminosa cometa dal tempo della
Hale-Bopp,
è stata fatta proprio da due astrofili: Kaoru Ikeya, giapponese, e Daqing Zhang, cinese.
Il primo la osservò la sera del primo febbraio di quest'anno attraverso il suo telescopio newton di 25 cm a
39x e la stimò di 9a magnitudine; un'ora e mezzo più tardi venne osservata dal cinese Zhang
che osservandola con il suo telescopio da 20 cm la stimò di 8.5.
Come è prassi, dopo le opportune verifiche e conferme, è stato assegnato il nome
di entrambi gli scopritori. Mi vorrei soffermare un attimo proprio su questo fatto, cioè che a scoprirla sono
stati due osservatori visuali, senza grosse strumentazioni, ma dotati di tanta passione. Questo ci dovrebbe
stimolare a non "sotterrare l'ascia di guerra", ma, per chi ha la fortuna di poter osservare da cieli bui, di
continuare a cacciare comete come lo si fa da secoli, visualmente e con strumenti di modesta apertura.
Le possibilità di scoperta sono senza dubbio molto ridotte rispetto al passato ma, come si è visto, la fortuna
è cieca.
Letto l'avviso dal dispaccio IAUC, il gruppo della Sezione Comete UAI, si è
messo subito all'opera incominciando a riprenderla (la prima immagine italiana è stata fatta il 2 febbraio
da G.Sostero) e a ricavare i dati di posizione, importantissimi per una cometa che aveva dei parametri
orbitali iniziali calcolati solo su di una ventina di misure per lo più visuali.
Infatti la prima orbita calcolata da Marsden era molto imprecisa, tanto che la posizione poteva essere
sbagliata di oltre un grado, rispetto alla posizione reale nel cielo.
Piano piano, all'MPC giunsero numerose osservazioni da parte di tanti astrofili
nel mondo e l'orbita è stata definita con precisione sempre crescente, e si incominciarono a notare presto
"strane" somiglianze con l'orbita della cometa C/1532 R1, quindi, la C/2002C1 poteva
essere il ritorno di una cometa passata nel nostro sistema solare più di 400 anni fa!
Il 26 febbraio, dopo avere ricevuto oltre 309 dati di posizione, Brian Marsden confermò sostanzialmente
l'orbita calcolata da S. Nakano che risultò essere praticamente uguale non a quella del 1532, bensì alla
cometa C/1661 C1 osservata il 3 febbraio di quell'anno dall'astronomo polacco Johannes
Hevelius e quindi con un periodo orbitale di 367 anni circa.
Figura 1 - La cometa Ikeya-Zhang ripresa il 1 aprile 2002 dai soci Mauro Zorzenon e Enrico Perissinotto da Sella di Razzo |
Nel frattempo il GOC (Gruppo Osservatori Comete), continuava a riprendere l'evoluzione della cometa, collezionando numerose immagini per determinare, posizione, magnitudine visuale e ccd; ad oggi sono state raccolte da parte del gruppo quasi un centinaio di foto e disegni, altrettante sono le misure, che possono essere consultate presso il sito dell'UAI.
Da questi dati si è potuto ricavare la curva di luce riportata in figura 1, in cui si vede un andamento regolare crescente fino al giorno del perielio, il 18 marzo, quindi alcuni giorni in cui è rimasta stabile per poi incominciare lentamente a diminuire; è interessante notare che il massimo è stato raggiunto alcuni giorni dopo il perielio. Un'altra cosa interessante che si nota è quella della differenza di misure tra le osservazioni visuali e quelle ccd, in particolare queste ultime danno dei risultati sempre più deboli delle prime.
Fig. 2 - Immagini della cometa con applicato un gradiente rotazionale di 15° |
La spiegazione non è ancora del tutto chiara, anche se supponiamo che sia
dovuta essenzialmente a due fattori :
1) la differenza di sensibilità dei sensori ccd e dell'occhio; a conferma di questo abbiamo notato come i
ccd più sensibili al verde o quelli usati con il filtro V danno misure molto più vicine a quelle visuali;
2) le osservazioni visuali "vedono" un campo molto più grande di quello inquadrato dai ccd includendo
una parte più grande di chioma e quindi di "informazione".
La cometa si è presentata, quasi da subito, molto attiva formando una bella coda di ioni, che con il passare dei giorni si è sempre di più articolata con numerosi getti ed ondulazioni. La sorprendente attività della coda di plasma è da mettere in relazione al fatto che la cometa si è trovata a transitare in prossimità dell'eclittica, e quindi vicino all'equatore solare; in questa fascia sono frequenti le inversioni di polarità del vento solare che modella in modo imprevedibile l'aspetto della coda. Meno intensa invece la componente polverosa, che è apparsa con evidenza solo intorno al passaggio al perielio quando la cometa ha manifestato la massima emissione di materia.
Dai primi di marzo diversi osservatori del gruppo notarono un'intensa attività nella zona interna della chioma, in prossimità del nucleo, con getti e dopo alcune settimane anche con "shell" (aloni) in espansione; fenomeno che era dai tempi della Hale-Bopp non si vedeva in modo così netto su di una cometa, segno di una notevole attività. Rispetto alla Hale-Bopp però il divario rimane ancora elevato: da alcune osservazioni raccolte è stato possibile effettuare un primo confronto, sia pure approssimativo, tra le due comete relativamente alle polveri la cui produzione risulta indicativamente 200 volte inferiore per la Ikeya-Zhang.
Figura 3 - Curva di luce della cometa Ikeya-Zhang nel periodo febbraio-aprile 2002 |
Nella chioma sono stati rilevati segni di possibili variazioni rapide, probabilmente
più in relazione con il vento solare che con la rotazione del nucleo. Gli aloni, o "shell", sono invece sicuramente in stretta relazione con la
rotazione del nucleo essendo generalmente prodotti dall'esposizione alla radiazione solare di una o più aree attive.
Sebbene l'interpretazione degli aloni sia tutt'altro che ovvia, i dati raccolti sembrano suggerire un possibile
periodo di rotazione vicino a 11 ore; se questo dato venisse confermato ci troveremmo di fronte
un valore del tutto simile a quello dalla Hale-Bopp .
Questo per quanto riguarda la prima valutazione tecnica sulle riprese fatte dal
GOC con vari strumenti e filtri, però bisogna tenere conto anche della componente ludica delle osservazioni
e la maggioranza di queste hanno descritto la cometa più bella dopo
l'Hale-Bopp,
con un nucleo condensato e luminoso, una coda bella, articolata e rettilinea , molto simile a quello che fu della
Hyakutake.
Ai primi di aprile la coda della cometa, dai cieli bui di Cortina, è stata stimata di ben 10-15 gradi, e sempre
da quei cieli è stata ripresa una bellissima foto del passaggio della stessa nelle vicinanze della
galassia M31.
Figura 4 - La cometa Ikeya-Zhang ripresa il 24 marzo 2002 da Rolando Ligustri dall'Osservatorio Astronomico di Talmassons |
Al momento in cui stiamo per andare in stampa, la cometa sta di nuovo diventando
osservabile nella prima parte della notte e non è detto che non possa dare ancora molte soddisfazioni a chi
vorrà seguirla e fotografarla. Essendo in fase di allontanamento dal Sole è inevitabile che diventi
progressivamente meno spettacolare, tuttavia, ancora per un po' resterà alla portata anche di binocolo.
Oltre che per la sua bellezza inattesa, questa cometa lascerà senz'altro in noi un ricordo particolare essendo
un oggetto che oggi noi osserviamo con interesse e curiosità ma che probabilmente non ha mancato di
incutere non poco timore nei nostri avi nel suo precedente passaggio più di tre secoli e mezzo fa.
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