logo 3KB 10/01/2006 Immagine di
Alessandro DI GIUSTO
Ripresa da
Colza (Ud)
Sezione
Ammassi
Open cluster Plejades-74 KB; click on the image to enlarge
AMMASSO APERTO M 45 / MEL 22 - PLEIADI
Ascensione retta: 03h 46m 59.4s; declinazione: +24° 06' 56"
Dimensioni: raggio 100,0'; magnitudine: 1,4
Distanza ancora controversa: 135 pc (440 al) secondo Hubble (con un'unica misura)
Distanza: 122 pc (399 al) secondo Hipparcos, dato dalla media di distanza di 54 stelle dell'ammasso
Diametro: 8 al; diametro mareale: 43 al (contiene mille stelle)

Ulteriore ripresa digitale dell'ammasso aperto delle Pleiadi, il più famoso e fotografato. Esso è posizionato nella costellazione del Toro, circa a metà strada fra Aldebaran (alpha Tauri) e Zeta Persei. E' composto da stelle giganti azzurre, molto luminose, le quali si vedono da grandi distanze ma che hanno una vita relativamente breve, dell'ordine di parecchie decine di milioni d'anni (almeno per il tempo che trascorrono sulla sequenza principale). In una notte serena con un cielo mediocre si osservano ad occhio nudo cinque Pleiadi, mentre con un cielo discreto se ne vedono sei. Ma chi dispone d'una buona vista e d'un cielo limpido senza inquinamento luminoso ne riuscirà a vedere ben sette, anche se teoricamente sarebbero addirittura 14 alla portata d'un uomo con una vista perfetta in condizioni di cielo perfetto. Con un buon binocolo è possibile apprezzarne una cinquantina e con i telescopi alcune centinaia. A me personalmente nell'ottobre 1983, dopo una violenta tromba d'aria verificatasi la notte precedente e che sconvolse metà della provincia di Udine, capitò di vedere con un binocolo ben 120-130 stelle nel campo del mio binocolo giapponese 16x50 di media qualità! Un evento decisamente straordinario, abbinato alla visione di (mi pare di ricordare) addirittura otto Pleiadi ad occhio nudo!!! E' evidente che il cielo quella notte si fosse rasserenato in maniera anomala e il tasso d'umidità fosse bassissimo per il mese di ottobre, abbinato a una situazione di assenza quasi totale di inquinamento luminoso (a quei tempi la luce si risparmiava, non si sprecava!) permise di raggiungere probabilmente una magnitudine limite di 6,7-7,0, degna del cielo d'un deserto, e riverificatasi in trentanni solo in una notte dell'ottobre 1998.

M 45 avrebbe un'età compresa tra 75 e 150 milioni d'anni e conterrebbe anche varie nane brune, oggetti stellari che hanno meno dell'8% della massa del nostro Sole. Tali stelle non sono abbastanza massicce da innescare le reazioni di fusione nucleare nei loro nuclei, per cui non riusciranno mai a diventare delle stelle come quelle che vediamo ad occhio nudo. Esse però possono essere anche un quarto della popolazione totale delle stelle dell'ammasso, nonostante contribuiscano alla sua massa totale per meno del 2%. Gli astronomi stanno cercando di trovarle per poter analizzare le nane brune nelle Pleiadi (e in altri giovani ammassi), in quanto in tali ambienti sono ancora relativamente brillanti e osservabili, mentre quelle degli ammassi più vecchi hanno ormai una luminosità molto debole e sono parecchio più difficili da studiare.
In quest'ammasso si trovano pure alcune nane bianche, anche se, data la giovane età dell'ammasso, ci si aspetterebbe che le stelle della sequenza principale non abbiano ancora avuto il tempo di evolvere in nane bianche, un processo che richiede vari miliardi di anni per completarsi. Si ritiene però che le progenitrici delle nane bianche siano state delle stelle massicce situate in sistemi binari, i cui trasferimenti di massa dalla stella di massa maggiore, durante la sua rapida evoluzione, alla compagna di massa minore sarebbero risultati il sistema più rapido per la formazione di nane bianche. Ma, visto che i dettagli di tale trasferimento di massa (da un pozzo gravitazionale più forte a uno più debole) non sono ancora stati chiariti completamente, questa rimane per ora un'ipotesi di lavoro.

Questa fotografia, realizzata dal socio Alessandro Di Giusto impiegando una macchina fotografica digitale, mostra bene la zona dell'ammasso, con le stelle più luminose e le aree circostanti esse, ricche di nubi d'idrogeno. L'ammasso nella sua interezza comprende circa un migliaio di stelle, ma una parte di quelle mostrate sono stelle di fondo della nostra galassia. Rispetto alle fotografie su pellicola chimica, compresa una di buona qualità realizzata dallo stesso Alessandro che presentai in passato, e a quelle ottenute con i primi ccd, le digicam moderne permettono di abbinare il grande campo dei loro sensori (tipico della fotografia su pellicola) all'alta efficienza quantica (cioé all'alta raccolta di fotoni rispetto a quelli incidenti, tipica del ccd). In questa maniera si raggiungono magnitudini molto elevate con pochissimo tempo, di solito 5 minuti invece di 1-2 ore, e i campi ripresi per ogni posa sono molto più ampi che non quelli tipici dei ccd. Inoltre è possibile sommare immediatamente con opportuni programmi le pose digitali della stessa area di cielo, permettendo così di ridurre di molto il rumore di fondo e aumentare conseguentemente la magnitudine massima raggiunta.
Per conoscere i nomi delle stelle principali dell'ammasso cliccate qui.

Quest'immagine è disponibile anche in alta definizione; per visualizzarla cliccate M 45 (10/01/2006) (2458x1969 pixel, da 27,7 MB compressi a 940 KB).

Nel sito ci sono altre riprese delle Pleiadi; per vederle cliccate le immagini di Mauro Zorzenon (10/12/2004), Marco Russiani (18/09/2004), Francesco Scarpa (23/12/2008), Giorgio Romano (estate 2004), Rolando Ligustri (24/12/2003), Rolando Ligustri (28/12/1997), Rolando Ligustri (28/06/1997). Confrontando le immagini, potrete constatare quanto siano migliorati i ccd in meno d'un decennio e quanto abbiano cambiato la capacità di ripresa veloce le digicam. Per leggere come vengano classificati gli ammassi aperti cliccate qui.

L'immagine ha una dimensione di 741x600 pixel ed è a 16,8 milioni di colori; occupa una dimensione di 4,6 MB, qui compressa a 74 KB. Cliccando l'immagine la potrete aprire a 1000x801 pixel. Nella pagina trovate più sopra il link per visualizzare l'immagine in alta definizione.

Machina fotografica: digicam Canon EOS 350D modificata
Sensibilità equivalente: 800 ISO
Tempo integrazione: somma di xx pose da 5 minuti

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Copyright © 2009 di Lucio Furlanetto (testo) e 2006 di Alessandro Di Giusto (immagine)
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Pagina caricata in rete: 13 aprile 2009; ultimo aggiornamento: 13 aprile 2009