NOTIZIARIO
ANNO V - NUMERO 13
1° QUADRIMESTRE 1997
HALE-BOPP: LA COMETA DEL 1997
Il sistema solare è circondato da miliardi di corpi ghiacciati detti
comete; esse passano la maggior parte del tempo lontanissime dal Sole e, essendo molto piccole,
risultano perciò invisibili. Di quando in quando, però, qualcuna di esse cade verso la nostra
stella, compie un giro attorno ad esso e torna da dove è venuta. Alcune di esse sono periodiche
e ritornano ad intervalli regolari di tempo, percorrendo orbite ellittiche con lunghissimi
semiassi.
Mentre si avvicinano al Sole, il loro ghiaccio si scioglie formando una sfera di gas, chiamata
chioma, centinaia o migliaia di volte più grande del nucleo, il quale misura in media qualche
chilometro di diametro; a questo punto essa diventa visibile ai nostri strumenti finché, in
prossimità del perielio, il punto più vicino al Sole, sviluppano una coda che può estendersi per
molti milioni di chilometri. La coda è composta sia da gas che da polveri che, separandosi,
formando due code distinte.
La cometa Hale-Bopp (C/1995O1) è stata scoperta il 23 luglio 1995 da due
astrofili statunitensi, Alan Hale e Thomas Bopp. Le prime misure rivelarono che la cometa era
lontanissima (oltre Giove a 7 U.A.)
e quindi molto brillante in valore assoluto, a dispetto della sua undicesima magnitudine
apparente.
Noi del C.AS.T. la inquadrammo alla fine di agosto 1995, Francesco Scarpa 3 giorni prima degli
altri, e persino con un Newton da 200 mm di diametro appariva veramente piccola e debole da
osservare. Dopo la congiunzione col Sole, le misurazioni del telescopio spaziale Hubble le
diedero un valore di 40 km di diametro per il nucleo, facendola diventare una cometa di
dimensioni eccezionali, anzi la più grande mai scoperta, per di più rispettando le previsioni di
luminosità. Nel giugno 1996 la osservammo nuovamente: era più luminosa e si vedeva un getto di
gas "sparato" dal nucleo.
Ad agosto ci fu il campo estivo e la cometa, di sesta magnitudine, si
percepiva ad occhio nudo grazie al cielo eccezionale dell'altopiano di Asiago. Al
telescopio era molto
brillante, con un piccolo nucleo, e un’attività davvero insolita.
Nel settembre 1996 ci fu una flessione di luminosità, che ridimensionò molto le stime di
luminosità per il perielio, le quali predicevano per la cometa lo splendore di Sirio, cioé una
magnitudine di circa - 1!
Durante il mese di dicembre la cometa raggiunse già la quarta magnitudine ed ora la sta
incrementando molto più velocemente, tanto che ormai è quasi certo che la luminosità per la fine
di marzo sarà tra la 0 e la -1; sarà più brillante della cometa Hyakutake 2 transitata nel 1996!
A Natale 1996 la cometa è nuovamente sparita nella luce del tramonto e
ricomparirà intorno alla
metà del gennaio 1997, di terza magnitudine, visibile prima dell’alba, anche se con qualche
difficoltà, nella costellazione dell’Aquila.
A febbraio sorgeva
alle 4 del mattino, anticipando di altre 2 ore la levata alla fine del mese; la sua luminosità
aumentò costantemente fino alla prima, con la cometa entrata nella costellazione del
Cigno dopo aver
sfiorato M 71 nella Freccia (il 6 febbraio 1997) ed aver avvicinato M 27 (la nebulosa Dumbbell)
nella Volpetta quattro giorni dopo.
L'immagine in bianco e nero di Marco Cosmacini fu presa alla metà del marzo del 1997. Cliccando l'immagine vi trasferirete nella corrispondente pagina intenet. |
A marzo la cometa raggiunse il massimo splendore dopo essere uscita dal Cigno ed entrata in Andromeda, passando il 25 e 26 a pochi gradi dalla galassia M 31. La sua visibilità al mattino è sfumata nella seconda parte del mese quando, viceversa, si poteva osservarla dopo il tramonto dispiegare una coda di 10 gradi, quindi così lunga da essere visibile meglio col binocolo che col telescopio.
Aprile 1997 mostrò il massimo sviluppo della coda e la visibilità si limitatò alla
sola sera, con la cometa, in Perseo, luminosa almeno di prima magnitudine, la quale passò a pochi
gradi dall’ammasso M 34 il 6 del mese e l’11 a meno di 2 gradi da Algol Beta Persei), la famosa
variabile. Alla fine del mese di aprile, la cometa tramontò prima della mezzanotte, facendo
prediligere la fine del crepuscolo quale il momento più adatto per osservarla.
Invece a maggio, calata ad una luminosità di seconda magnitudine, entrò nel Toro e s'immerse
nella luce solare, sparendo alla nostra vista.
Un buon binocolo a grande campo è stato il migliore strumento per osservarla, mentre il telescopio
avrebbe mostrato solamente i dettagli della chioma.
Per fotografarla al massimo splendore era sufficiente una macchina
fotografica reflex con posa "B" ed un treppiede; 10-15 secondi di posa con l’obbiettivo standard
e una pellicola ad altissima sensibilità saranno sufficienti ad ottenere un’immagine della prima
parte della coda. Per avere di più bisognava dotarsi d'un supporto in grado di bilanciare il
movimento della volta celeste, cioé d'una testa equatoriale motorizzata.
I periodi nei quali bisognava fare attenzione furono quelli in cui la Luna era luminosa: la
seconda e la terza settimana di marzo e di aprile 1997.
Ovviamente il gruppo osservativo del C.AS.T. ha dato la "caccia" alla cometa fin quando è stata
visibile!
Paolo Beltrame e Lucio Furlanetto
Nota successiva: per completare quanto detto, dirò che la coda e la
luminosità della Hale-Bopp sono state in linea con quanto previsto dagli astronomi: questo a
dimostrazione di come sia stata una cometa veramente eccezionale. La sue code (di polveri e
di gas) si sono sviluppate al massimo per almeno una ventina di gradi, rendendola in assoluto
la cometa più bella degli ultimi cinquant'anni e, probabilmente, rivaleggiando in bellezza con
l'ormai dimenticata "Grande Cometa del 1910", quella cometa (non prevista) che transitò poco
prima della Halley nel suo penultimo perielio.
La Hale-Bopp ha rappresentato un fantastico banco di prova per tutte le ipotesi fatte sinora su
questi astri; essendo luminosissima, la terza più luminosa in valore assoluto degli ultimi 400
anni, è stata osservata con ogni tecnica o tipo di strumento strumento disponibili con le
tecnologie di allora.
Si è scoperto che è grandissima, con un nucleo di circa 40 km di diametro; che ha emesso un
quantitativo di polveri e gas incredibile, quasi di due ordini di grandezza in più rispetto
alle altre comete conosciute. Essa ha mostrato tracce di circa un centinaio di molecole diverse,
alcune di una complessità insospettata, mentre una grossa sorpresa è stata che le code non erano
le due supposte, ma addirittura quattro, con due code distinte di atomi di sodio (scoperte
dall'astronomo Gabriele Cremonese e dai suoi due colleghi). Questa scoperta non è stata fatta
con satelliti o strumenti grandissimi, ma con un normale telescopio da 20 cm di diametro abbinato
ad un ccd professionale (purtroppo a noi ovviamente precluso...) Tanto basta per dire che,
spesso, sono le idee nuove che portano alle scoperte, non solo le strumentazioni avanguardistiche.
Il resoconto di tale scoperta lo trovate nel testo della conferenza che lo stesso Cremonese
tenne per noi, assieme a Vanin, Milani e Ligustri, alla
fine del maggio 1997.
Avendo creduto in lui da subito, è stato uno scoop veramente "mondiale" aver potuto mostrare le
immagini della cometa e delle sue code in anteprima.
Ma anche le immagini dei soci, a parità di strumenti impiegati si sono dimostrate ottime: tanto
che alcune di esse sono furono inserite nel sito di Charles Morris, "guru" del sito Encke del
Jet Propulsion Laboratory della NASA. Rolando Ligustri è stato l'unico italiano che ha usato
continuativamente i filtri interferenziali, mentre in Europa, solo Mikuz e un francese hanno
impiegato simile tecnica. Questo, oltre alla perseveranza ed ai risultati raggiunti, hanno
fatto di lui il principale fornitore di dati italiano; tutte le sue stime inserite nel sito di
ICQ (Università di Harward) a partire dal giugno del 1999 non sono un caso.
Ma anche gli altri soci si sono dati da fare: basta vedere le immagini in questa pagina o quelle
linkate perché ci si faccia un'idea. Andate alla gallery della
C/1995O1 e vedrete il
resto. Siamo con l'osservatorio astronomico operativo solamente dall'11 agosto 2001, ma provate
a pensate al lavoro che si sarebbe potuto fare con un telescopio da 35-40 cm di diametro abbinato
ad un buon ccd e ai filtri interferenziali se l'avessimo avuto a disposizione già allora...
Ora siamo in attesa di una nuova Hale-Bopp, dato che la tanto sospirata
Linear 1999S4, pur
essendo stata interessante non è diventata visibile nemmeno ad occhio nudo, mentre la
NEAT C/2002 V1 lo è stata
appena; la ripresa della sua coda nella piena interezza è valsa a Ligustri e Furlanetto la
pubblicazione sulla homepage di Spaceweather.com, un sito da 8 milioni di visite all'anno!
Peccato non siano ancora apparse comete ben visibili a occhio nudo, forse ce ne saranno due nella
primavera del 2004, ma per allora saremo sicuramente pronti con la nostra strumentazione, modesta
sì, ma con tanta voglia di fare.
I risultati raggiunti sono stati tanti e il nostro futuro lo prevedo roseo, come è accaduto nei
sei anni successivi dal perielio della Hale-Bopp. (L.F.)