NOTIZIARIO
ANNO VII - NUMERO 26
Lo scorso dicembre, dopo uno dei peggiori anni dal punto di vista
meteorologico, ho deciso di dotarmi di uno strumento che desse molte soddisfazioni in visuale
e facile e pratico da utilizzare. Lo strumento è costato solo un paio di milioni e, a dispetto del peso di 52 kg, è facilmente smontabile in tre pezzi in poco tempo e, una volta giunto sul luogo di osservazione, in tre minuti scarsi è operativo.
Le potenzialità di un simile strumento sono notevoli: la montatura
altazimutale molto fluida permette di puntare gli oggetti con grande velocità, mentre il diametro
dello specchio permette di ottenere dalla pianura risultati simili o superiori a quelli di
un 200 mm dalla montagna.
Partendo dagli oggetti invernali, ho osservato con facilità la nebulosità
attorno alle
Pleiadi
e gli altri ammassi aperti vengono risolti molto bene in stelle anche al minimo ingrandimento. Il Doppio ammasso del Perseo diviene veramente un oggetto magnifico, così come M42 in Orione, che prende una tinta verde nella sua zona più luminosa. La nebulosa si mostra in tutta la sua grandezza, andando a sfiorare Iota Orionis, a mezzo grado dal Trapezio, mentre le sue zone interne rivelano numerosi ed intricati chiaroscuri. La potenza dello strumento è in grado di "stanare" parecchie nebulose a riflessione, come quelle nella cintura di Orione o nell'Unicorno, la più famosa delle quali è sicuramente NGC 2261, la Nebulosa variabile di Hubble, dall'inconfondibile forma di cometa. I filtri nebulari come l'Ossigeno terzo (O-III) o l'Idrogeno Beta (H-B), che spesso rendono la visione troppo scura con strumenti più piccoli, qui si trovano a proprio agio: il secondo mi ha permesso di vedere con una certa facilità l'estesissima California (NGC 1499), la debole Cocoon (IC 5146) e l'elusiva Testa di Cavallo, che comunque si è mostrata solamente come una insenatura di forma ovale. Ma è l'O-III il compagno dell'amante del cielo profondo: divengono prede facili la Rosetta (NGC 2237), la NGC 281 in Cassiopea e la NGC 2174 in Orione. La quantità di luce che entra nello strumento permette di sostenere ingrandimenti elevati, cosa che consente di apprezzare le numerose nebulose planetarie che misurano meno di un primo d'arco: la Eskimo (NGC 2392) nei Gemelli, NGC 3242 nell'Idra, NGC 1501 nella Giraffa; queste nebulose sono insignificanti a 50x o 100x, ma a 200-300x diventano di dimensioni apprezzabili.
La primavera ci lascia senza
Via Lattea
regalandoci però una finestra sulle altre galassie: così il Leone, la Vergine, la Chioma e la
grande Orsa si popolano di oggetti interessanti. Nell'Orsa diventa spettacolare la coppia M81 e M82, la prima con un nucleo luminoso e un esteso alone ovale e la seconda stretta e con bande scure sul nucleo. Molto bella è anche la coppia M97-M108: la prima è la facile planetaria Gufo e la seconda una brillante galassia. La difficile M101 è abbastanza visibile, ed a 150 ingrandimenti spuntano delle condensazioni nell'alone che disegnano le braccia a spirale. Quindi passiamo a M51 nei Cani da Caccia, facilissima a 60x, a 150 x mostra con evidenza le braccia a spirale. Nella costellazione ci sono anche altre galassie che diventano molto interessanti, come le lunghissime NGC 4244 e NGC 4631 o l'irregolare NGC 4656.
Scendiamo nella Vergine: la
Sombrero (M104)
mostra molto bene la banda scura sul nucleo, e nella zona di M84-M86 basta spostare lo strumento
a casaccio per trovare galassie nel campo dell'oculare. Viene il turno delle costellazioni estive: restando ancora un attimo nelle profondità siderali, sono riuscito ad osservare quattro componenti dell'ammasso Abell 2151, sul filo del mezzo miliardo di anni luce; queste galassie sono all'estremo delle possibilità anche per tale strumento.
Parlando di ammassi di tipo più familiare, i globulari più grossi si
sciolgono in centinaia di stelle;
M13, M5 o M22
sono simili alle foto pubblicate sulle riviste, e anche dal cielo di paese sono già ben risolti.
L'uso dell'O-III rende perfettamente visibili le nebulose del Sagittario, come la
Laguna, la
Trifida,
l'Omega e
l'Aquila.
Il cielo autunnale è piuttosto spoglio, ma chi cerca trova: la nebulosa
Elica (NGC 7293)
con il filtro è ben luminosa, così come la NGC 246 nella Balena, con un triangolino di stelle
sovrapposte al dischetto di gas.
La grande M33 nel Triangolo,
solitamente amorfa e uniforme, con 150x mostra due deboli braccia a spirale, e numerose piccole
condensazioni che corrispondono ad enormi nebulose ad emissione. Passando ad Andromeda,
M31
è molto luminosa e sono ben visibili le bande scure a nord del nucleo, e sono molto appariscenti
le due galassie compagne, M32 e M110. Vicino alla Beta la NGC 404, galassia ellittica, è molto
facile anche dalla campagna, mentre la
NGC 891,
seppur estesa e con la banda di polvere ben visibile, resta comunque un oggetto molto
"trasparente". Tutt'altra cosa la planetaria NGC 7662, minuscola a 100x, ma grande e
sorprendentemente luminosa a 450x! Difetti? Potrei dire che lo strumento soffre di un certo astigmatismo, cosa che mi ha impedito per ora di avere immagini planetarie alla sua altezza, anche se comunque non si nota sotto i 150-200x. In più il basamento è piuttosto pesante ed ingombrante, ma la facilità e rapidità di montaggio/smontaggio non ne vengono sfiorate. Probabilmente uno strumento simile un po' più piccolo sarebbe il massimo per chi vuole divertirsi con pochi soldi e impegno minimo.
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