24 agosto 2006-dopo Praga
Dopo sessant'anni durante i quali il sistema solare è stato costituito dai nove pianeti, la cintura degli asteroidi e le comete, le nostra conoscenze si sono ampliate e inevitabilmente complicate. Plutone fu scoperto per caso nel 1930 da Clyde W. Tombaugh al Lowell Observatory in Arizona. L'idea che ci potesse essere un pianeta al di là di Nettuno era nata per cercare di spiegare le apparenti anomalie dell'orbita di Urano e Nettuno, proprio come era accaduto nel caso della scoperta di Nettuno. Una volta scoperto però la massa stimata per Plutone risultò esigua per rendere conto di tali anomalie. Per cui venne spontaneo ipotizzare l'esistenza di ulteriore pianeta del sistema solare; il decimo pianeta o pianeta X. Il miglioramento della determinazione della massa di Nettuno, avvenuto in occasione del sorvolo del pianeta da parte della sonda Voyager 2, ha mostrato che le anomalie residue nelle orbite di Urano e Nettuno erano solo il frutto di errori di calcolo. Per cui l'ipotetica esistenza di un decimo pianeta, almeno delle dimensioni di questi due, per il momento è stata accantonata, mentre invece a partire dalla fine dello scorso millennio si sono scoperti un centinaio di asteroidi, con o senza satelliti, delle dimensioni di centinaia di chilometri di diametro e vari delle dimensioni di Plutone. Gli asteroidi più piccoli sono chiamati un varie maniere (transnettuniani o plutini), mentre quelli più grandi si deve ancora decidere se assurgeranno al rango di pianeti esterni (come probabilmente 2003 UB313 che è più grande di Plutone) o rimarranno asteroidi.
La questione TNO La scoperta di 1992 QB1, un grosso asteroide che orbitava oltre Nettuno, indicò che c'era la possibilità di una nuova fascia di asteroidi (EKO (Edgeworth-Kuiper Objects), conosciuti semplicisticamente anche come KBO-Kuiper Belt Objects), per la gioia degli studiosi dei corpi minori. Nacque così la Fascia di Kuiper, dal nome di uno degli astronomi che ne aveva intuito l’esistenza a livello teorico negli anni 50. Nel giro di pochi anni gli oggetti scoperti ad orbitare il Sole a distanze simili o superiori a quella di Nettuno divennero centinaia e cominciarono anche le scoperte di oggetti di notevoli dimensioni. Nel 2000 venne scoperto Varuna, con un diametro stimato in 900 km e nel 2002 arrivò Quaoar, di almeno 1200 km; questi asteroidi avevano una dimensione pari o superiore a quella di Cerere, l’asteroide maggiore fra quelli in orbita fra Marte e Giove, e arrivavano alla metà del diametro di Plutone. Poichè questa zona del sistema solare non era ancora stata esplorata del tutto con grande profondità i teorici fecero un’analisi statistica sulla popolazione di asteroidi ed estrapolarono che c'erano possibilità di trovare anche alcuni oggetti più grandi di Plutone, e il 29 luglio del 2005 la previsione divenne realtà.
La questione 2003 UB313
Il team costituito da M. Brown, D. Rabinowitz e C. Trujillo stava compiendo una survey di
ricerca degli oggetti transnettuniani (TNO-Trans Nettunian Objects) con la gloriosa camera Schmidt da 1,2 metri del Monte Palomar,
tornata in utilizzo grazie ad un mosaico di CCD da ben 161 Megapixel. A causa della grande mole di dati ripresi l’analisi non viene
compiuta direttamente dagli astronomi, ma da un software; questo confronta le immagini dello stesso campo riprese in tempi diversi e
segnala i possibili candidati agli operatori li analizzano per isolare i veri asteroidi. Questa procedura portò alla scoperta nel 2003
del lontano Sedna, e quindi nel 2005 di 2003 UB313, che subito si presentò come un oggetto peculiare; la sua magnitudine assoluta
lo poneva un gradino sopra Plutone, e infatti le ultime stime
gli attribuiscono un diametro di ben 2400 km, del 5% superiore al nono pianeta. Anche l’orbita era speciale, molto
eccentrica e con l'afelio a oltre 90 unità astronomiche
(UA) (il doppio della distanza media Sole-Plutone), e i calcoli ne attribuivano un periodo di ben 560 anni.
La questione Plutone
Da qualche anno era sorto un dibattito per stabilire se Plutone stesso fosse un pianeta; può sembrare strano ma le caratteristiche fisiche di questo corpo lontano furono
fissate solo negli anni novanta, quando il telescopio spaziale Hubble ne determinò il diametro in appena 2300 km.
Plutone era stato scoperto nel 1930, nell’ambito d'una
ricerca del "Pianeta X", ipotizzato per spiegare anomalie nelle orbite di
Urano e Nettuno.
Il convegno di Praga
Il 14 agosto 2006 si era aperto un congresso dell'International Astronomical Union (IAU), che per l'argomento
planetologia aveva l'obbiettivo di arrivare ad una definizione ufficiale di "pianeta", che non era mai stata formalizzata prima d'ora.
Dopo la scoperta di 2003 UB313 (Eris), una commissione di 7
persone aveva elaborato una proposta di definizione che era stata rivelata agli astronomi il primo giorno del convegno. La proposta
estendeva il sistema solare a Cerere, Caronte e
2003 UB313, arrivando così a 12 pianeti. Mentre la notizia
faceva il giro del mondo, un sondaggio fra gli astronomi ne decideva il rigetto immediato, così la commissione prese spunto dalle
proposte fatte dai presenti per una nuova formulazione.
Quali sono i problemi a definire un pianeta? Quali criteri bisogna considerare?
* Criteri fisici:
* Criteri orbitali:
* Criteri culturali: E' evidente che una buona definizione debba prendere in considerazione uno o più dei criteri precedenti, tenendo conto che solo i primi tre hanno valenza scientifica. Per approfondire, vedi l'articolo (moderatamente tecnico, in inglese) di Brown e Basri: http://www.gps.caltech.edu/~mbrown/papers/ps/basribrown.pdf
Risultati del convegno di Praga
Prima proposta, bocciata alla presentazione: (2) Facciamo distinzione tra gli otto pianeti classici, scoperti prima del 1900, che si muovono in orbite quasi circolari vicino al piano dell'eclittica, e gli altri oggetti in orbita attorno al Sole. Tutti questi altri oggetti sono più piccoli di Mercurio. Riconosciamo che Cerere è un pianeta dalla definizione scientifica precedente. Per motivi storici, si può scegliere di distinguere Cerere dagli altri pianeti classici chiamandolo "pianeta nano". (3) Riconosciamo che Plutone è un pianeta dalla definizione scientifica precedente, come alcuni Trans Nettuniani scoperti di recente. In contrasto ai pianeti classici, questi oggetti tipicamente hanno orbite molto inclinate e largamente eccentriche e periodi orbitali superiori ai 200 anni. Definiamo questa categoria di oggetti planetari, dei quali Plutone è il prototipo, come una nuova classe che chiamiamo "Plutoni" (N.d.R.: o Plutini, o Plutoidi). (4) Tutti gli oggetti non planetari orbitanti il Sole saranno chiamati collettivamente "Corpi minori del sistema solare"
Note:
Questa proposta porta il numero dei pianeti a 12; il limite degli 800km viene considerato troppo arbitrario, e il numero dei pianeti con questa definizione potrebbe salire istantaneamente a 20-30, raddoppiandosi una volta terminata l'esplorazione della Fascia di Kuiper. La maggioranza degli astronomi la rifiuta, cercando una definizione che non stravolga il numero dei pianeti attuali e mantenga una coerenza scientifica. L'uruguaiano Gonzalo Tancredi offre una definizione alternativa, che viene poi rielaborata dalla commissione nelle risoluzioni 5A, 6A, e accessorie 5B e 6B. Le risoluzioni 5B e 6B vengono respinte ai voti, mentre 5A e 6A passano.
Risoluzione 5A (1) Un pianeta è un corpo celeste che (a) è in orbita attorno al Sole, (b) ha una massa sufficiente tale che la sua forza gravitazionale prevalga sulle forze di coesione interne facendogli assumere una forma di equilibrio idrostatico (quasi sferica), e (c) ha ripulito i corpi vicini attorno alla sua orbita. (2) Un pianeta nano è un corpo celeste che (a) è in orbita attorno al Sole, (b) ha una massa sufficiente tale che la sua forza gravitazionale prevalga sulle forze di coesione interne facendogli assumere una forma di equilibrio idrostatico (quasi sferica), (c) non ha ripulito i corpi vicini attorno alla sua orbita, e (d) non è un satellite. (3) Tutti gli altri oggetti orbitanti il Sole verranno chiamati collettivamente "corpi minori del sistema solare" Risoluzione 6A Plutone è un pianeta nano per la definizione precedente, e viene riconosciuto come il prototipo di una nuova categoria di oggetti Trans-Nettuniani. Note sui punti precendenti: 1 - I pianeti sono quindi Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno 2 - La IAU attuerà un procedimento per assegnare alla categoria corretta gli oggetti a cavallo tra le due categorie 3 - Questi includono la maggior parte degli asteroidi, Transnettuniani, comete e altri corpi minori. Questa è la versione finale accettata dalla IAU.
Pareri illustri * T. Gehrels e B. Marsden (direttore del Minor Planet Center) hanno proposto una doppia denominazione per Plutone (pianeta e asteroide transnettuniano), come logica conseguenza delle sue peculiarità. Infatti ci sono dei corpi minori scoperti come asteroidi e in seguito riconosciuti come comete e viceversa, che hanno ricevuto la doppia denominazione. * Dan Green (direttore associato del CBAT) dice che già negli anni '80 molti astronomi avevano smesso di chiamare Plutone "pianeta maggiore" (in contrapposizione a "minor planet", in italiano pianetino), almeno nella letteratura specialistica. * D. Jewitt (professore alla University of Hawaii) sottolinea che Plutone è un membro della fascia di Kuiper e quindi non merita lo status di pianeta, che gli è stato assegnato in seguito ad una scoperta fortuita. http://www.ifa.hawaii.edu/faculty/jewitt/kb.html
* M. Brown (il suo team ha scoperto metà dei transnettuniani più grossi oltre a 2003UB313) ritiene che il modello scientifico più consistente è quello ad otto pianeti, ma dopo uno scambio di vedute con G. Basri ha anche introdotto un criterio storico, in cui i pianeti che conosciamo rimangono tali, e solo corpi più grandi del pianeta più piccolo (Plutone) possono venire chiamati pianeti. (vedi http://www.gps.caltech.edu/~mbrown/eightplanets/)
* G. Basri ha suggerito una definizione completa, adattabile anche ai pianeti extrasolari: * Jocelyn Bell-Burnell (la scopritrice delle pulsar) ha fatto notare che si potrebbero definire i pianeti di due tipi: classici e nani. Un tale approccio non declasserebbe Plutone dal suo rango, ma la proposta è stata respinta da una larga maggioranza dei presenti. * Alan Stern, Principal Investigator della missione New Horizons diretta verso Plutone, osserva che la clausola per la quale è richiesto a un pianeta, per essere tale, di aver "pulito" la zona limitrofa alla sua orbita è fondamentalmente errata. Né la Terra, né Marte, né Giove, né Nettuno rientrano in questa situazione. Addirittura Giove ha circa 50.000 asteroidi troiani che orbitano in sincrono con il pianeta gassoso, essendo situati ai punti lagrangiani. * Paul Weissman, del JPL, ha osservato che è lodevole il tentativo di classificare razionalmente tutto ciò che esiste, però occorre non cadere in ciò che lui chiama, se così possiamo dire, la sindrome del collezionista di francobolli: ci sono oggetti che non rientrano in alcuna classificazione. Per lo scienziato della NASA era il caso di lasciare le cose così come stanno, anche perché tutti coloro che vivono oggi sono cresciuti con l'idea che il Sistema Solare contempli nove pianeti. * Keith Noll, STScI, fa osservare che il problema è che non c'è alcun dubbio sul fatto che Giove, o la Terra, etc. siano pianeti. Il problema sorge per quegli oggetti di diametro compreso tra 500 e 5.000 km, specialmente considerato che quanto più il diametro di tali oggetti si avvicina ai 5.000 km tanto più è possibile che vi sia un'atmosfera. Inoltre, a detta dello scienziato il prossimo decennio vedrà la scoperta di oggetti transnettuniani di dimensione assai superiore a Plutone. * Patricia Tombaugh, la vedova dello scopritore di Plutone, dice di lui: "Era uno scienziato. Avrebbe capito che ci sarebbe stato un vero problema quando avrebbero scoperto parecchie di quelle cose nello spazio (ndr: transNettuniani). Sapeva che era nell'aria. Prima di morire, ce n'era già molte dappertutto. Ovviamente, era in disappunto, ma dopo 75 anni di vederla in una certa maniera chi non lo sarebbe stato?" * Alla New Mexico State University, dove Clyde Tombaugh lavorò negli anni 1955-73 e fondò il dipartimento di ricerca astronomica, le notizie su Plutone sono accolte con un certo malumore. Jim Murphy, professore associato e capo dipartimento, dice che "Una nuova classificazione mostra che la scienza non è statica. E' bene mostrarlo al mondo, anche se penso che la nostra reazione sarà piuttosto emotiva: non voglio che nessuno sminuisca l'importanza della scoperta di Clyde Tombaugh nel 1930." * Richard Conn Henry della Johns Hopkins University di Baltimora, dice che "Per quel che ne so, è stata presa la decisione giusta. Riconosco un pianeta quando lo vedo, e ce ne sono soltanto otto. Non ha senso chiamare Plutone pianeta poichè è soltanto uno dei molti oggetti nella fascia di kuiper oltre Nettuno."
FAQ - FAQ - FAQ - FAQ
- Perché non sono stati scoperti prima i Transnettuniani?
- Come mai non va bene il criterio della sfericità da solo?
- Come mai il colpo di scena, prima 12 pianeti e ora solo 8?
- Quali sono i limiti dell'attuale criterio?
- Perché è stato declassato Plutone? Non si poteva lasciarlo com'era?
- Ci sono dei precedenti storici? Paolo Beltrame e Lucio Furlanetto Adattamento web, aggiunte e integrazioni all'articolo e alle immagini: Lucio Furlanetto
Immagine 1: Copyright © 2004 del CAST
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