1° giorno missione STS-114 (26 luglio 2005) di Lucio Furlanetto
La missione: la sua preparazione e gli obiettivi Il 1° giorno della missione Il 2° giorno della missione Il 3° giorno della missione Il 4° giorno della missione Il 5° giorno della missione Il 6° giorno della missione Il 7° giorno della missione L'8° giorno della missione Il 9° giorno della missione Il 10° giorno della missione L'11° giorno della missione Il 12° e 13° giorno della missione Il 14° e 15° giorno della missione Il dopo missione Comunicato stampa diffuso dalla NASA MONDAY, JULY 25, 2005
The cocoon-like rotating service structure peeled away from space shuttle Discovery this afternoon,
revealing the spaceplane on launch pad 39B as technicians made final preparations to begin pumping a half-million gallons of supercold
rocket fuel into the external tank just after midnight tonight. Liftoff remains set for 10:39 a.m. EDT (14:39 GMT) tomorrow. Comunicato stampa diffuso dal Corriere della sera on-line (26 luglio 2005) CAPE CANAVERAL - Lo Shuttle ritorna nello spazio Partenza in perfetto orario alle 16:39 ora italiana. È la prima missione dopo l'incidente del Columbia del 2003. Con regolarità cronometrica, alle 16,39 (ora italiana) Discovery si è staccato dalla rampa di lancio di Cape Canaveral solcando sicuro il cielo azzurro della Florida. Dopo nove minuti la navetta è entrata in orbita e ha sganciato il serbatoio del combustibile che alimentava i suoi motori. Lo shuttle così ritorna dello spazio dopo la tragedia di Columbia del 1° febbraio 2003. La Nasa aveva rinunciato ad alcune regole di sicurezza del volo per lanciare il Discovery. Lo aveva annunciato la stessa agenzia spaziale americana. Se l'anomalia di un sensore del carburante, che aveva fatto rinviare il lancio previsto originariamente per il 13 luglio, avesse dovuto ripetersi, la navicella sarebbe stata comunque lanciata da Cape Canaveral aveva comunicato la Nasa.
La Nasa ha infatti modificato la regola secondo cui la missione può partire solo se tutti e quattro i sensori
del carburante all'idrogeno funzionano. «Ogni volta che si parla di modificare una regola di lancio, è un grosso impegno - ha detto
Stephanie Stilson, responsabile del veicolo Discovery - È enorme. Non è qualcosa che vorremmo fare con leggerezza, dato che non
dobbiamo». I funzionari dell'agenzia hanno detto che la Nasa intende rinunciare alla regola in questione perché ritiene che ci
sono sufficienti garanzie di salvaguardia e che la sicurezza dello shuttle non sarebbe posta in pericolo da un eventuale malfunzionamento
di un singolo sensore.
La NASA ha diffuso vari filmati sulla partenza della navetta spaziale: potete vederne uno cliccando qui. I due razzi laterali (rocket boosters) sono impiegati per dare la giusta potenza di spinta al complesso dell'Space Transport System (STS), lo space shuttle, e si separano dalla navetta (ancora unita al serbatorio esterno) a un'altitudine approssimativa di 45 km (corrispondenti a circa 28 miglia). A questo punto il serbatorio esterno si porta "sulla pancia" l'orbiter, il quale viene spinto dai soli tre motori della navetta, alimentati dal combustubile e comburente stivati nel serbatorio esterno. La spinta prosegue ancora per qualche minuto, sino al raggiungimento d'una altezza approssimativa di 113 km (70 miglia), quando l'orbiter ha ormai raggiunto la velocità orbitale. Questo avviene circa otto minuti e mezzo dopo la partenza, quando tutto il propellente è stato usato; allora il serbatorio si separa dalla navetta vera e propria la quale prosegue nella sua ascesa per inerzia, che la porterà in un'orbita stabile di circa 400 km di quota (circa 650 se doveva operare sull'Hubble Space Telescope).
Il gigantesco serbatorio esterno (External Tank) dello
shuttle è riempito di ossigeno e idrogeno liquidi dall'apposito sistema di rifornimento (visibile sopra la punta del serbatoio in un'altra immagine). In fase di propulsione i due gas liquefatti sono riscaldati
e, combinandosi, producono vapor acqueo e l'energia necessaria per la propulsione. Il serbatorio esterno è unito alla navetta vera e
propria del complesso chiamato Space Transport System (STS) da una serie di attacchi esterni che potete vedere
in un disegno della NASA. Al momento della partenza (liftoff), il serbatoio
assorbe completamente il carico della spinta dei due booster laterali e dei tre motori principali, riforniti proprio dal propellente e
dal comburente stivati nel grande serbatorio esterno, una spinta che è pari a ben 7,8 milioni di libbre, corrispondenti a oltre 3,5
milioni di kg(p). Esso è l'unica parte dell'STS che non viene riutilizzata, in quanto dev'essere posto in un'orbita di rientro che lo
porti alla quasi completa disintegrazione perché non ci sia il pericolo che possa precipitare su un centro urbano. La sua disintegrazione
non è completa, pertanto i suoi resti precipitano sopra l'oceano. I tre componenti principali del serbatorio esterno (external tank) sono il serbatoio dell'ossigeno, situato nella parte superiore, il serbatoio dell'idrogeno, posto in posizione inferiore, e il "collar-like intertank", il quale connette i due serbatoi di propellente e comburente e racchiude lo spazio dove ci sono la strumentazione e l'equipaggiamento di trattamento dell'idrogeno e dell'ossigeno. Esso deve pure fornire una solida struttura che deve sostenere la navetta e i due booster laterali sulla rampa di lancio e nel momento della potentissima spinta con tutti i motori a piena potenza durante l'ascesa e l'immissione in orbita.
Video presenti nel sito della NASA: Video credits: NASA TV
Per approfondire l'argomento consiglio di visitare i seguenti siti:
Archivi: le missioni dal 1999 al 2004 Torna a inizio pagina
Articoli | Fotografia, ccd e ricerca | Dizionario | Notiziari Homepage Copyright © 2005-2006 di Lucio Furlanetto Immagini copyright copy; 2005 di NASA/KSC Pagina caricata in rete 26 luglio 2005; ultimo aggiornamento (7°): 6 febbraio 2006 |